Un re amato e diffamato
La serie di manifesti – o chiamateli come volete: annunci, bandi, poster, programmi – che costituiscono il corpo di questa pubblicazione sono il tangibile segno visivo del sussistere di una corposa “ devozione” a un grande re del palato: il maiale. Tanto gustoso da tentare anche i sobri seguaci del Poverello d’Assisi.
Si legge infatti in una fonte francescana che uno fra gli “elettissimi discepoli e compagni primarj” di Francesco, frate Ginepro, “che giunse a uno stato di pazienza perfetto”, andando a Santa Maria degli Angeli a visitare un confratello assai ammalato “con molta compassione domandandolo: Possoti io fare servigio alcuno? Risponde lo ’nfermo: Molto mi sarebbe grande consolazione se tu mi potessi fare che io avessi uno peduccio di porco”.
Si legge infatti in una fonte francescana che uno fra gli “elettissimi discepoli e compagni primarj” di Francesco, frate Ginepro, “che giunse a uno stato di pazienza perfetto”, andando a Santa Maria degli Angeli a visitare un confratello assai ammalato “con molta compassione domandandolo: Possoti io fare servigio alcuno? Risponde lo ’nfermo: Molto mi sarebbe grande consolazione se tu mi potessi fare che io avessi uno peduccio di porco”.
Nel 2013, a stare alle stime della FAO, ne erano allevati nel mondo circa un miliardo di capi poco più del 60% dei bovini e una frazione infima, ad esempio, della torma di pennuti cresciuti a scopo alimentare. Quasi venti miliardi di esemplari nel 2010 secondo i dati del World Watch Institute.
Se dai capi si passa ai consumi sempre la FAO calcola che la carne di maiale sia la più consumata a livello globale ( 37% del consumo complessivo) – in via prevalente in Cina, negli Stati Uniti, in Brasile, in Germania e in Francia - tallonata da quella di pollo (35%) e seguita da lontano da quella di manzo ( 21,6%).
Quanto all’Italia il suo punto di forza nel settore suinicolo sta nell’export, in particolare per quanto concerne i salumi. Derivante dalla qualità.